La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
invisa patria, e, ora, il più intenso sospiro. E, a chi, ùltimo accorso, impallidendo ristava, era detto, come Aronne si fosse recato alla nave e come
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dissimulàrselo. E giràvano, interrogante, lo sguardo, ora alla ignota terra, seguèndone il dorso montuoso, findove, digradàndosi e incelestendo, sfumava
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virtù di parola, nè di pennello e neppure di realtà! ... Molte ne avèa Gualdo vedute; era la prima ch'egli sentisse. Perocchè, ora, lo specchio
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prudenza avrebbe saputo far meglio di quanto, ora, facèa la vigliaccherìa. Tutto al bene fluisce: dove non può la virtù, giova il vizio. E, allora, ebbe
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indefinita, vedèndosela allontanare. Ora, in quella nave, in que' palischermi, non iscorgèvan più il mezzo che li avèa tratti alla pena, ma i figli di
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dividèvano seco l'allegra spensieratezza, per lei sospìrano ora e sògnan di lei. Nè la malinconìa, questa nutrice del bene, questa inevitàbile amica di
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, di colpo, la fanciullina si sentì sola, e strìnsela il gelo dello svampato entusiasmo. Le vie, che, prima, le si schiudèvano fàcili, ora parèa le si
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ingordigia dell'ira, la lingua, sì ch'ei dovèa ben spesso parlar con le mani, sentìvasi ora di una inesaurìbile eloquenza, che avrebbe messo in un sacco
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E in un commosso silenzio, la mano di lei nella sua, ei rimaneva accanto alla Nera. I suòi occhi, lùcidi più che mai, volgèvansi, ora alla mamma, ora
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... infinita! - E ora - ella aggiunse infiammando, misto al timore l'audacia - per tè, lascerèi lo stesso mio babbo, ed anche la mamma, se già in mè non siedesse